Rete Natura 2000

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Data ultimo aggiornamento: 11 Luglio 2025

L’istituzione della Rete Natura 2000 sul territorio dell’Unione Europea rappresenta l’esito di un lungo processo che ha condotto, dapprima il mondo scientifico e successivamente sempre più ampi strati della popolazione, al raggiungimento della consapevolezza che risulta inderogabile definire e dare seguito a significative azioni per contenere e, nel breve periodo arrestare, la perdita di biodiversità che, ormai da diversi anni, si sta registrando a livello mondiale.

Rete Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha assegnato ad un sistema coordinato e coerente – una “rete”, appunto – di aree destinate alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell’Unione stessa ed in particolare alla tutela di una serie di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati I e II della cosiddetta Direttiva “Habitat” (n. 92/43/CEE) e delle specie di cui all’allegato I della Direttiva “Uccelli” (n. 79/409/CEE, ora n. 2009/147/CE), nonché di altre specie migratrici che tornano regolarmente in Italia.

La Rete Natura 2000 è attualmente composta da due tipi di aree: le Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva “Uccelli”, e i Siti di Importanza Comunitaria (SIC), previsti dalla Direttiva “Habitat”; tali zone possono avere tra loro diverse relazioni spaziali, dalla totale sovrapposizione alla completa separazione. Ai sensi dell’art. 3 della Direttiva “Habitat”, questi siti sono destinati ad essere designati, entro i termini temporali fissati dalla Direttiva, come Zone Speciali di Conservazione (ZSC), nel momento in cui saranno attivate le idonee misure di conservazione e protezione e formulati i Piani di Gestione, che prefigurino una tutela di tali ambienti in una prospettiva di sviluppo sostenibile, nell’integrazione tra attività umane e esigenze di conservazione. L’insieme delle Zone Speciali di Conservazione designate dagli Stati membri costituirà pertanto la rete europea dei siti protetti denominata “Natura 2000”.

L’individuazione dei siti da proporre è stata realizzata in Italia dalle singole Regioni e Province in un processo coordinato a livello centrale. Essa ha rappresentato l’occasione per strutturare una rete di referenti scientifici di supporto alle Amministrazioni regionali, in collaborazione con le associazioni scientifiche italiane di eccellenza.
Le attività svolte, finalizzate al miglioramento delle conoscenze naturalistiche sul territorio nazionale, vanno dalla realizzazione delle check-list delle specie alla descrizione della trama vegetazionale del territorio, dalla realizzazione di banche dati sulla distribuzione delle specie all’avvio di progetti di monitoraggio sul patrimonio naturalistico, alla realizzazione di pubblicazioni e contributi scientifici e divulgativi.

Per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l’uso sostenibile del territorio, la Direttiva “Habitat” ha introdotto la procedura della Valutazione di Incidenza, una prassi di carattere preventivo affidata agli Enti gestori di SIC, ZSC e ZPS, alla quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito appartenente a Rete Natura 2000.
Tale impostazione fornisce l’opportunità di far coincidere le finalità della conservazione della natura con quelle dello sviluppo economico, nell’ottica della sostenibilità.
Attualmente il territorio del Parco delle Orobie Bergamasche è interessato dalla presenza di nove aree designate come ZSC (ex SIC) e tre aree definite come ZPS, che interessano la quasi totalità della superficie territoriale del Parco. Il Parco delle Orobie Bergamasche è altresì individuato quale ente gestore di quasi tutti i siti presenti, con la sola esceezione della ZSC e ZPS Boschi del Giovetto di Paline, già Riserva naturale, e della ZPS Belviso – Barbellino.

 

ZSC e ZPS nel Parco delle Orobie Bergamasche

I Siti di Importanza Comunitaria e le Zone di Protezione Speciale che interessano il territorio del Parco delle Orobie Bergamasche sono:

  • ZSC Valtorta e Valmoresca
  • ZSC Valle di Piazzatorre – Isola di Fondra
  • ZSC Alta Val Brembana – Laghi Gemelli
  • ZSC Alta Val di Scalve
  • ZSC Val Sedornia – Val Zurio – Pizzo della Presolana
  • ZSC Valle Asinina
  • ZSC Valle Parina
  • ZSC Val Nossana – Cima di Grem
  • ZSC Boschi del Giovetto di Paline (non gestito dal Parco)
  • ZPS Boschi del Giovetto di Paline (non gestita dal Parco)
  • ZPS Belviso – Barbellino (non gestita dal Parco)
  • ZPS Parco Regionale Orobie Bergamasche

 

 

L’introduzione del sistema Rete Natura 2000 ha di fatto spostato l’asse dei provvedimenti e degli interventi in tema di aree protette e di conservazione della natura in senso più marcatamente naturalistico ed ecologico. Le procedure in tema di Valutazione di Incidenza e di gestione di SIC/ZSC e ZPS sono al riguardo di tutta evidenza: non si tratta più semplicemente di vietare e di prescrivere, ma piuttosto di gestire, passando quindi con decisione a forme di tutela attiva attuate con criteri rigorosamente scientifico-conservazionistici. Lo scopo fondamentale diviene con sempre maggiore chiarezza prevenire la compromissione alle specie e agli habitat, con particolare riferimento a specie ed habitat di interesse comunitario: a questo scopo, non possono essere attuati interventi la cui esecuzione, al netto delle compensazioni e dei risarcimenti ambientali, comporti perdita di biodiversità.
Possiamo pertanto considerare avviata una nuova fase nella pianificazione e nella gestione delle aree protette lombarde, andando oltre la mera tutela urbanistica, facendo in particolare riferimento ai temi della conservazione della natura e del paesaggio ecologicamente inteso, nonché alla gestione attiva degli habitat e delle specie di interesse scientifico e naturalistico, utilizzando quale asse fondante l’insieme dei criteri, delle prassi e degli obiettivi di Rete Natura 2000.

 

CIRCOLAZIONE CON MOTOSLITTE. Comunicazione.
Prot. n. 269_06.02.2014

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